NEWS ED EVENTI

Fascite plantare: cos’è, come curarla

1 Luglio 2020

Per fascite plantare si intende un insieme di sintomi che hanno carattere soprattutto doloroso che coinvolgono la fascia plantare. Tra le cause non traumatiche che comportano un dolore al piede è tra le più diffuse.

Una ricerca eseguita negli Stati Uniti evidenzia che la fascite plantare colpisce il 10% delle persone almeno una volta nella loro vita. L’83% di queste persone sono soggetti attivi ed hanno un’età compresa tra i 25 e i 65 anni.

La fascite plantare costituisce la causa di infortunio di circa il 10% dei podisti, ed ha un’incidenza maggiore negli sportivi che praticano un’attività in cui il piede subisce delle sollecitazioni prolungate nel tempo.

Cos’è la fascia plantare:

 

Prima di individuare il trattamento conservativo migliore per risolvere questa problematica, è opportuno dare un’occhiata all’anatomia.

La fascia plantare è un apronevrosi che si divide in tre parti: intermedia laterale e mediale e va a ricoprire tre gruppi muscolari della pianta del piede. La parte intermedia (o centrale)  è triangolare e va dalla tuberosità del calcagno fino alle articolazioni metatarso falange. La parte laterale e mediale dell’ apronevrosi plantare vanno a completare la parte intermedia o centrale e sono più profonde.

La sua funzione primaria è quella di stabilizzare e sorreggere l’arco plantare longitudinale. Uno studio ha stimato che la fascia plantare venga sollecitata con una forza pari fino al 14% del peso totale che riceve il piede. Durante il cammino la fascia plantare ha un ruolo fondamentale in quanto si connette alle fibre del tendine d’Achille. Quando le articolazioni metatarso-falangee si estendono durante il passo, si crea una tensione sulla fascia che comporta un avvicinamento del calcagno alle teste metatarsali, con conseguente aumento dell’arco longitudinale del piede. Le cause che portano all’infiammazione della fascia plantare non sono del tutto chiare, ma sicuramente sono multifattoriali.

Le cause della fascite plantare:

  • un indice di massa elevato( presente nel 70%dei soggetti affetti da fasciate plantare)
  • la presenza di una spina calcaneare ( presente in circa il 50% dei pazienti affetti da fascite plantare) 
  • l’eccessiva pronazione del piede ( presente tra l’81 e l’86% dei pazienti con fascite plantare) 
  • l’età, che contribuisce ad assottigliare il tessuto adiposo subcalcaneare ed aumenta la possibilità di formazione di spine calcaneari 
  • alterazioni morfologiche come il piede piatto o il piede cavo
  • spina calcaneale /sperone calcaneale

Tutti questi fattori se presenti singolarmente o contemporaneamente, possono causare un sovraccarico patologico ai danni della fascia plantare.

Vari studi sono concordi nell’ identificare come causa primaria l’incapacità del piede di gestire funzionalmente il carico durante il cammino e la continua sollecitazione delle strutture in un meccanismo biomeccanico alterato che potrebbero portare a delle micro-lesioni a livello tissutale, aumentando di fatto il rischio di sviluppare la fascite plantare.

La cura conservativa:

Stretching

numerosi studi mostrano dei risultati positivi sia a breve che a lungo termine per quelle persone che vengono sottoposte a un trattamento mirato di esercizi di allungamento sia della catena maestra muscolare posteriore, sia localmente a livello della fascia plantare.

Tape e bendaggi

 il bendaggio può restituire un po’ di sollievo al dolore dato dalla fascite plantare nell’immediato e può coadiuvare i trattamenti associati come stretching e terapie fisiche antinfiammatorie.

 

 

 

 

 

 

 

 

Terapia manuale:

Con la terapia manuale si riesce ad intervenire su dei punti dolorosi detti Trigger point e inoltre si riesce a ristabilire determinati equilibri fasciali fondamentali per il corretto funzionamento biomeccanico delle strutture del piede.

 

Terapia antinfiammatoria strumentale : onde d’urto focalizzate

Sebbene questo tipo di terapia abbia un risultato maggiore nelle fasciti plantari croniche, sì è osservato buoni risultati anche nelle situazioni acute. Il grande vantaggio di questa terapia è che può essere effettuata una sola volta a settimana e si praticano al massimo 4/5 sedute. L’effetto antidolorifico è immediato, anche se in itinere durante il trattamento si possono avere alti e bassi. A distanza di un mese dal trattamento sì osservano gli effettivi risultati positivi.

Ortesi plantare

Questa soluzione deve essere adottata quando si rilevi un’alterazione morfologica strutturale o funzionale a livello del piede. Sarà lo specialista Posturologo insieme allo specialista Podologo che ne possono valutare la necessità. In questo caso lo specialista Podologo struttura un ortesi plantare che va a migliorare la distribuzione dei carichi a livello del piede, andando a migliorare anche la sintomatologia della fascia plantare.

Rieducazione funzionale

Qualora la problematica tipica sia stata individuata nella funzionalità biomeccanica del piede, sarà importante una volta risolta la parte infiammatoria e di dolore, integrare il trattamento riabilitativo con una rieducazione funzionale del passo.

In linea generale per la nostra esperienza si è notato che è preferibile sottoporre un paziente in fase acuta ad un programma di stretching della fascia plantare e ad un trattamento posturale per il riequilibrio delle catene muscolari. Questo tipo di trattamento può essere associato a dei bendaggi funzionali e a degli esercizi di miglioramento funzionale della meccanica del passo, oltre che a tecniche di terapia manuale.

In caso di cronicità della patologia, oppure di insuccesso con le terapie precedenti, le onde d’urto focali possono rappresentare una valida metodica per la risoluzione definitiva del problema.

Un Team specializzato di professionisti della salute è la soluzione per risolvere la fascite plantare che può apparire una banale infiammazione , ma che invece, come abbiamo visto, se non viene ben inquadrata e gestita può non risolversi e peggiorare , provocando anche nel tempo dolore ad altre articolazioni come ginocchio o anca . Infatti se camminando si ha dolore, si instaurano dei processi di compenso per cercare di sentire meno dolore, e si finisce per complicare il quadro clinico.

 

Stanchezza in Estate: i rimedi per StarBene

25 Giugno 2020

Consigli perStarBene 

Stanchezza in Estate: cause e rimedi naturali

Finalmente l’estate è arrivata! Ma con un anno di lavoro o di studio sulle spalle  può capitare di sentirsi particolarmente fiacchi, assonnati e privi di energia. Il motivo? La temperatura che sale, l’umidità e l’eccessiva sudorazione provocano una significativa perdita di sali minerali, facendo diminuire le nostre energie sia fisiche che mentali. 

Attraverso la sudorazione vengono persi insieme all’acqua sali minerali preziosi per l’efficienza dell’organismo, in particolare potassio e magnesio. Quando l’acqua viene a mancare si hanno sul nostro organismo degli effetti negativi legati alla disidratazione.  Gli stati di disidratazione possono essere più o meno severi e si manifestano soprattutto con stanchezza muscolare, difficoltà a concentrarsi e sensazione di testa vuota, accompagnate da un’ulteriore riduzione della pressione sanguigna. Queste manifestazioni sono aggravate dalla contemporanea riduzione dei livelli di magnesio e potassio. Il magnesio infatti supporta diverse reazioni biochimiche coinvolte nella trasformazione delle sostanze nutrienti, assunti con il cibo, in energia e insieme al potassio interviene nei processi di contrazione muscolare e di trasmissione degli impulsi nervosi. Sono più a rischio gli anziani e i bambini o chi suda molto, chi soffre di diabete o di malattie renali e le persone che devono assumere farmaci diuretici per la cura di patologie specifiche come ipertensione o scompenso cardiaco. Sono a rischio anche chi fa uso frequente di lassativi.

Oltre a casi particolari maggiormente soggetti, il nostro corpo in generale d’estate è a rischio disidratazione a causa sopratutto della temperatura che sale e di conseguenza tutti noi possiamo avvertire con i primi caldi una debolezza maggiore.

A nostro vantaggio il clima più temperato  del periodo pre-estivo contribuisce  a innalzare i livelli di serotonina e a creare una situazione di benessere diffuso a tutti i livelli del nostro organismo, ma questo non è sufficiente.

 

Come ritrovare le energie:

La prima regola per ritrovare il benessere e l’idratazione. Il nostro corpo tende a aumentare la sudorazione per cercare di raffreddarsi quando la sua temperatura sale. Chiaramente è necessario avere dei liquidi sufficienti per poter instaurare questo processo fondamentale, altrimenti si va in debito di liquidi ed il risultato è la disidratazione con conseguente perdita di energie fisiche e mentali!

Il nostro corpo è composto al 60% di acqua , è facile intuire quanto bere spesso sia fondamentale per assicurare il buon svolgimento di tutte le nostre funzioni organiche . Appena la temperatura sale ( anche di pochi gradi ) i liquidi che si perdono con il sudore vanno reintegrati. Quindi anche se non se ne sente l’esigenza sarebbe buona abitudine bere poco ma spesso, così da ottenere in tutta la giornata un’idratazione costante e sufficiente e si può oltretutto godere di un piacevole effetto rinfrescante.

Altra buona abitudine fondamentale è l’attività fisica. Tra le buone abitudini che rientrano nella strategia anticaldo, vi sono passeggiate all’aria aperta magari effettuate nelle prime ore della mattina e una attività fisica moderata, controllata magari da personale esperto. L’attività fisica accelera il metabolismo e ricarica di energia: ecco perchè è importante cercare di ritagliare ogni giorno del tempo per praticare sport. Oltre a riattivare il metabolismo l’attività fisica stimola la circolazione e aiuta ad eliminare le tossine. È sufficiente mezz’ora per sentirsi subito meglio. Sarà buona abitudine tenere a portata di mano una borraccia per bere il più possibile durante l’attività fisica ed evitare i sintomi tipici della disidratazione (mal di testa stanchezza e spossatezza).

Mangia fresco e leggero

 

 

I pasti leggeri e ricchi di frutta e verdura di stagione non affaticano l’apparato digerente, quindi sono consigliati soprattutto durante il periodo estivo. Invece pasti eccessivamente pesanti rischiano di aumentare la sensazione di stanchezza e ci rallentano a livello generale… Insalate di farro, riso integrale o grano saraceno sono l’ideale e possono essere accompagnate con frutta e verdura, così fai il pieno di vitamine e sali minerali. 

Indossa abiti leggeri 

Sicuramente non indosserai un maglione di lana, ma a volte anche delle magliette a mezze maniche possono non essere adatte. Infatti i tessuti sintetici risultano diminuire la traspirazione e quindi mettono in sovraccarico il meccanismo di fisiologico raffreddamento del nostro corpo. Quindi il consiglio è di prediligere abiti di colore chiaro e realizzati in tessuti naturali come il lino e cotone.

Buona Estate con i consigli per StarBene !!

  • Vuoi saperne di più?

    Contattaci senza impegno, i nostri operatori sono disponibili per qualunque informazione

    info@perstarbene.it Tel 0571 580347
  • Web Designer Alessio Piazzini Creazione Siti Web Firenze